domenica 30 dicembre 2012

Buone primarie a tutto il popolo del PD!

Con le primarie di domani il Partito Democratico ha deciso di restituire la parola ai propri elettori di fronte ad un centrodestra che non ha voluto cambiare la legge elettorale.

Il mio invito è quindi di partecipare domani, anche se la tua preferenza è già riservata ad un altro dei dieci candidati che con me condividono l'onore di rappresentare in questa sfida il PD della Provincia di Padova.

Si vota esprimendo una o due preferenze. Nel caso di due preferenze, una deve essere attribuita ad una donna e una ad un uomo. E io ti consiglio di farlo perché la buona politica ha bisogno di una sempre maggiore rappresentanza femminile.

Ciascuno di noi ha affrontato questi giorni e affronterà i mesi successivi con coraggio e passione, e sono certo che molte altre persone saranno contagiate da questa prova di democrazia semplice e trasparente.

La bandiera del Partito Democratico ancora una volta porterà con sé nuova politica, fatta di idee, contenuti, persone. Le stesse persone che sono il vero movente del cambiamento per il nostro amato Paese.

Buone primarie a tutto il popolo del PD!

lunedì 24 dicembre 2012

Francesco Corso. Chi sono.

Francesco Corso. Coniugato con Anna Maria. Due figli : Leonardo e Riccardo.
Sono nato a Baone 62 anni fà dove vivo tuttora.
Ho lavorato come quadro presso la Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo. Ora sono in pensione.
Sono stato nel 1985, giovanissimo, tra i fondatori del Coordinamento per la tutela dei Colli Euganei che si è battutto contro le cave dei Colli e per l'istituzione del Parco Colli Euganei.
L'istituzione del Parco Colli, che interessa ben 15 Comuni, avvenuta nel 1989, mi ha visto consigliere di minoranza.
Ho fatto parte della Commissione Ambiente del Parco dove si è misurato un difficile confronto per la stesura del Piano Ambientale.
Piano Ambientale che finalmente nel 1994 è stato approvato dal Consiglio dell'Ente Parco e successivamente, nel 1998, dal Consiglio Regionale.
Ho contribuito a costituire il Gruppo Civico "Baone Domani" con il quali vincemmo le elezioni comunali del 1995 e del 1999.
Nel 1999 venni eletto Sindaco con il 77% dei voti.

giovedì 20 dicembre 2012

Candidatura di Francesco Corso alle primarie

Sabato 22 alle 11.30 in sede del PD a Monselice la conferenza stampa di  presentazione della candidatura di Francesco Corso alle primarie per i parlamentari del Partito Democratico. 

Info iovotocorso@gmail.com 

Partecipa e fai partecipare!

martedì 18 dicembre 2012

Programma politico

In un periodo storico difficile come quello che stiamo vivendo, in cui gli assetti sociali sono messi duramente a prova mentre il sistema consolidato della politica mostra di non essere in grado di prendere provvedimenti nei tempi e nei modi necessari, ci pare essenziale che le decisioni ritornino ad emergere direttamente dalla società civile (dei cittadini), attraverso una democrazia più partecipativa, invece che da autoreferenziali gerarchie di partito, le stesse che per più di due decenni si sono dimostrate incapaci di comprendere, prima ancora che di risolvere, molti nuovi e gravi problemi che si stavano profilando già molto prima d’esplodere nella crisi attuale.


1. Economia e superamento della crisi:- è necessario che l’economia produttiva riprenda il suo ruolo di protagonista, difendendola dagli effetti distruttivi della pura economia finanziaria, in un sistema globale coerente, cominciando a impostarlo dalla UE;
- è necessario ripristinare la distinzione legale del sistema delle banche commerciali, che raccolgono il risparmio e lo investono nell’economia produttiva, dal sistema delle banche d’affari, o di investimento, che operano nei sistemi speculativi della finanza, creando denaro dal denaro e non dal lavoro, le quali sono responsabili in preponderante misura della crisi devastante in cui versiamo.

2. Legalità e giustizia:
- è necessario contrastare con forza il quarto settore, il settore dell’illecito (criminalità organizzata, corruzione politica, evasione fiscale, economia canaglia, riciclo dei capitali ecc.), presidiando soprattutto quelle zone grigie dove l’illegalità si confonde con la legalità;
- è necessario ridistribuire le somme e/o i beni confiscati all’illegalità innescando circoli vistuosi: per esempio incentivando l’attività imprenditoriale giovanile o premiando le attività delle regioni, delle provincie e dei comuni che sapranno distinguersi nella realizzazione d’un programma di forte contrasto alla criminalità e alla corruzione;
- è necessario che il Diritto sia certo, tempestivo ed equo, diversamente non solo il sistema sociale è allo sbando, ma anche quello economico;
- l’illegalità va affrontata non solo con un approccio repressivo ma soprattutto con un approccio preventivo;
- il conflitto di interessi è alla base della gran parte delle storture e oggi è onnipresente, dal settore media a quello energetico o bancario, in quello politico e persino nelle authority: bisognerà promuovere una legislazione contro il conflitto d’interessi in tutte le sue forme;
- va affrontato con decisione il problema delle carceri italiane, anche attraverso strumenti di pene alternative.

3. Sistema della politica e democrazia:
- è necessario dare attuazione all’art. 49 della Costituzione sulla democratizzazione dei partiti;
- è necessario ottimizzare tutti i costi della politica, dallo snellimento del corpo dei politici all’eliminazione di tutti i privilegi economici e previdenziali che fanno dei politici dei cittadini diversi, comprendendo anche l’elimoinazione del bicameralismo perfetto;
- è necessario approvare una nuova legge elettorale, per ridare ai cittadini la possibilità di scegliere sia i candidati, sia le coalizioni;
- le primarie aperte sono uno strumento essenziale di partecipazione della cittadinanza alla vita dei partiti; questo metodo dev’essere adottato nelle elezioni per tutte le cariche pubbliche nazionali, regionali, provinciali e comunali, ma anche di partito e coalizione;
- è necessario sostituire il finanziamento pubblico dei partiti, per altro già respinto da un referendum popolare, con una partecipazione dello Stato alle spese elettorali opportunamente documentate;
- incentivare la presenza femminile nelle rappresentanze politiche; sarà proposto il sistema delle doppie liste elettive;
- è necessario individuare per legge un limite massimo e minimo almeno delle retribuzioni pubbliche, indipendentemente dall’attività svolta;
- è necessario rivedere il patto di stabilità, che sta soffocando anche i comuni in grado di amministrarsi senza sprechi, innescando anche una spirale di decrescita.

3. Riforme e diritti:- introduzione nel titolo I, parte I, della Carta costituzionale, rubricato “diritti e doveri dei cittadini”, del diritto ad un ambiente salubre, del diritto ad una corretta informazione, e della tutela dei beni comuni;
- introduzione d’una legislazione che preveda diritti e doveri delle coppie di fatto, anche dello stesso sesso, nonché un nuovo statuto giuridico per queste ultime;
- revisione della legge sul testamento biologico, dando a ciascuno la possibilità di dichiarare liberamente la propria volontà di essere curato in caso di disabilità permanente;
- introduzione dello ius soli al posto dello ius sanguinis, al fine di riconoscere automaticamente la cittadinanza a tutti i nati in Italia da genitori qui residenti;i diritti così acquisiti vanno subordinati alla residenza effettiva nel nostro paese;
- l’allungarsi della vita media c’impone di sostenere un’assistenza ospedaliera integrata e, quando possibile, sostituita dal servizio sanitario domiciliare;
- netta inversione di rotta rispetto ai tagli di cui, in vari ambiti e a vari livelli, hanno sofferto tutti i cittadini portatori di handicap;
- tra i diritti mettiamo anche il welfare: non è affatto vero che lo stato sociale sia insostenibile, anzi il benessere che abbiamo consegue proprio dallo stato sociale costruito diversi decenni fa; 
- proponiamo di assicurare a chiunque un reddito minimo di cittadinanza e di contrasto alla povertà.

2. L’Italia e l’Europa:- noi crediamo in un’Europa dei popoli e della solidarietà, capace di ridurre le differenze fra i paesi e fra i loro cittadini, una Europa dove la creazione del benessere è il fine principale;
- l’Europa dei poteri finanziari, sostanzialmente non democratica (i cui poteri cioè sono distribuiti per cooptazione e non attraverso processi elettivi), dove le lobby hanno ampi margini di operatività e dove la stessa BCE lavora in modo del tutto autonomo da qualsiasi controllo politico, cioè democratico, deve essere rivista dalle fondamenta;
- l’Europa dei trattati concertati in organismi non democratici e poi imposti dall’alto alle popolazioni ha già mostrato la corda;
- l’Europa non può limitarsi a promuovere politiche punitive per i cittadini ma adoperarsi per incrementare il loro benessere.

4. Rapporto fra scuola e attività produttive:- è necessario investire nella formazione e nell'istruzione di ogni ordine e grado, sostenendo la scuola pubblica e rilanciando le scuole professionali, perché scuola, formazione e lavoro devono coordinarsi nell'esperienza di vita dei giovani;
- è necessario sostenere gli istituti universitari di ricerca scientifica e tecnologica (ma non solo), perché il progresso delle conoscenze e delle competenze costituisce un investimento cruciale per il futuro dell’Italia, anche per il miglioramento della competitività del paese garantito dal trasferimento tecnologico nel sistema delle imprese.

5. Ambiente:- è necessario che l’ambiente da criticità diventi opportunità in un futuro molto breve, guardando alle 4 R: riduco, risparmio, riciclo, riuso; che quindi l’ambiente da risorsa da sfruttare diventi risorsa da conservare anche per le generazioni future;
- è necessaria una riconversione ecologica dell’economia, accompagnata da facilitazioni e stimoli fiscali per la sostenibilità energetica e ambientale; il diritto al lavoro non deve mai confliggere con il diritto alla salute e la difesa dell’ambiente.

6. Lavoro:
il lavoro, nella fluidità del mondo attuale, va salvaguardato attraverso forme nuove e creative, non con la riproposizione di modelli industriali superati e il continuo consumo del territorio;
- è necessario individuare nuove forme di occupazione, attraverso il rilancio del turismo e della cultura, e premiando l’innovazione;
- incentivazione del lavoro stabile, a discapito del precariato.

7. Salute:
- la salute è uno dei diritti fondamentali di tutti i cittadini. la salute non è mai un costo, ma un investimento;
- il primo presidio della salute è quello della prevenzione;
- è necessario bonificare i sistemi sanitari da tutte le strumentalizzazioni (politiche o industriali) impèonendo standard qualitativi di efficacia ed efficienza ed obbligare gli enti territoriali a conformarsi alle buone pratiche, pena la rimozione degli amministratori.
- promuovere la salute diffusa sul territorio e nuove forme di organizzazione della sanità, normalizzando i tempi di attesa per esami e visite specialistiche, e investendo nelle strutture pubbliche. 

8. Immigrazione:- è necessario riconoscere l’importanza dell’immigrazione per il successo del paese;
- il fenomeno dell’immigrazione richiede una piena integrazione dei nuovi cittadini italiani, e per questo devono essere evitate tutte le forme di ghettizzazione fisiche o morali dei nuovi cittadini.

9. Padova e il suo territorio:- è urgente immaginare e realizzare uno sviluppo non più basato sullo sfruttamento e consumo del territorio, e quindi sull'inquinamento e la crescita di insediamenti produttivi ed abitativi a oltranza e senza programma;
- è necessaria la valorizzazione di un patrimonio storico, architettonico, artistico, paesaggistico, museale ed ambientale unico: una ricchezza inestimabile sulla quale dobbiamo cominciare finalmente ad investire; perciò sarà necessario realizzare un coordinamento effettivo fra tutti gli attori politici e civici del territorio (dirigenti e parlamentari, sindacati, associazioni, comitati, amministrazioni ecc.), coinvolgendo nelle decisioni tutti i livelli dell’amministrazione, ma in primo luogo i cittadini, con nuove forme di partecipazione alle decisioni;
- è necessario affrontare attivamente il problema della messa in sicurezza del territorio;
- è necessario uscire da un sistema centripeto, quindi non solo Padova, ma anche la provincia dovrà avere sempre le proprie rappresentanze all'interno dei partiti, nel Parlamento, nella regione e nella provincia, contrariamente a quanto è spesso accaduto finora.






lunedì 3 settembre 2012

Report dell’Assemblea di PD Nuovo Percorso del 31 agosto 2012-08-31


Presenti circa 40 persone . Tra questi molti coordinatori di circoli, amministratori (tra questi il Sindaco di Este), iscritti e simpatizzanti. ecc. 
1) Al primo punto dell’odg era prevista la discussione del programma di PDNP in vista delle primarie per le prossime elezioni politiche illustrato da Ettore Perrella.

Il dibattito si è sviluppato in particolare sui seguenti temi:

  • Politiche economiche: è stata sottolineata la necessità di uscire da una logica puramente liberista di governo dell’economia in favore di un riequilibrio dei redditi e della distribuzione della ricchezza. Riguardo i meccanismi che dovrebbero garantire una effettiva lotta all’evasione fiscale, è stata obiettata la difficile realizzabilità della “detrazione di tutte le spese” (punto 1.9). Inoltre è stata sottolineata la difficoltà di gestione di un mercato tutto interno di titoli di stato (punto 1.8).
  • Riforme: è stato richiesto di cassare il punto sulla possibilità di adozione da parte delle coppie omosessuali (2.9).
  • Istruzione: si è dibattuto sull’abolizione del valore legale ai titoli di studio (4.3)  E’ stata sottolineata la valenza formativa dello sport che dovrebbe essere maggiormente valorizzato nella scuola.
  • Assistenza: è stato richiesto di dare evidenza al problema dell’handicap e di sostenere una inversione di rotta rispetto ai tagli di cui, in vari ambiti e a vari livelli, ha sofferto tale categoria.
  • Lavoro: è stata affermata la necessità di ampliare il punto e di articolare meglio le proposte (cap. IV). E’ stata ribadita la necessità di coniugare difesa dell’ambiente e lavoro.
  • Immigrazione: si è dibattuto sul tema della “regolamentazione” dei flussi migratori che, nel caso dei profughi si presenta di difficile realizzazione. Inoltre è stato proposto di introdurre la possibilità di voto amministrativo attivo e passivo per i cittadini immigrati.
  • Riguardo il cap. VIII (Nuove forme di partecipazione politica….) è stata da più parti sottolineata l’importanza delle primarie che andrebbero rese obbligatorie per tutti i candidati di tutti i partiti. Sul punto 8.11 (finanziamento pubblico dei partiti) si sono registrati pareri discordi. In particolare è stato affermato che l’abolizione totale del finanziamento pubblico creerebbe un rischio democratico. E’ stato proposto che si passi ad un effettivo sistema di rimborsi elettorali.
  • Legge elettorale: si sono registrati pareri difformi sul modello elettorale da proporre (es. questione preferenze). Si è però ribadita la necessità di una legge che rimetta al centro del sistema l’elettore, la sua possibilità di scelta dei candidati e delle coalizioni.
Infine Ettore Perrella ha ribadito che il programma è ancora suscettibile di modifiche, anche in base al dibattito avvenuto. Tuttavia esso è stato posto in votazione nelle sue linee generali. E’ stato anche sottolineato come esso costituisca una dimostrazione di un metodo diverso di fare politica rispetto a quello dominante nel PD padovano e come esso possa costituire un cemento per il gruppo.
2) Candidature per le elezioni politiche.
La proposta di candidare Francesco Corso alle primarie per le elezioni politiche è stata presentata da Matteo Tognin e  motivata con la sua intensa attività di sindaco che si è sempre battuto per la difesa dell’ambiente e del territorio dei Colli, in un rapporto diretto e quotidiano con la cittadinanza. La sua candidatura si configurerebbe come l’espressione di un territorio (i Colli e la Bassa padovana) che negli ultimi anni non è stato rappresentato politicamente, a favore di una rappresentanza tutta cittadina. E’ stata anche sottolineata la sua radicalità nell’esprimere posizioni e  idee scomode all’interno del PD e, nel contempo, la capacità di tenere insieme il gruppo e di legare una parte della città con una parte della provincia. 
E' stata letta una lettera di sostegno a Francesco inviata dal sindaco di Solesino Walter Barin.
Di contro è stata sostenuta l’idea che il gruppo dovrebbe esprimere un nome nuovo, di un giovane, quale elemento di novità e di rottura rispetto ad assetti politici consolidati e per contrastare il fenomeno dei grillini.
     Su questi aspetti si è aperta una discussione con numerosi interventi dei giovani presenti che hanno manifestato di appoggiare la candidatura proposta da Matteo.  Alla fine Francesco Corso ha dichiarato di      accettare la candidatura a patto che essa sia espressione convinta di tutto il gruppo e a patto che esso si faccia motore della campagna elettorale.  Inoltre è stato ribadito che il gruppo non si schiera con alcuna delle candidature alle primarie nazionali, ma che ognuno a livello individuale sarà libero di farlo. Tutti restano vincolati ad un progetto che faccia fede al programma presentato non solo per le elezioni politiche, ma anche per le successive tappe (congressi, elezioni regionali, ecc.) e che si ponga l'obiettivo di rompere l'attuale assetto padovano del partito, di fatto governato da pochissime persone ed in forte crisi di adesioni. 
Il Presidente dell'Assemblea Filippo Pacchiega ha poi precisato che sarà formato un comitato elettorale, espressione delle varie presenze nell'assemblea) che affianchi Francesco Corso nella durissima campagna elettorale.
Al termine dell’assemblea sono stati posti in votazione sia il programma (votato all'unanimità) che la candidatura di Francesco Corso (votata con un solo voto contrario)

domenica 26 agosto 2012

Programma da discutere e approvare nella riunione del 30 agosto presso la Sede di Via Beato Pellegrino


Questo programma non si riferisce solo ad una candidatura alle prossime elezioni politiche, ma intende soprattutto dare al gruppo che lo approverà – composto da PD-Nuovopercorso, da altre associazioni e da numerose adesioni individuali – una direzione politica chiara e condivisa. Da esso saranno estratti in seguito dei documenti pubblici di formato più ridotto, ma sempre coerenti con le sue linee fondamentali.
Può sembrare che molte delle proposte qui contenute tocchino dei temi troppo generali. Esse in effetti non possono che prescindere, attualmente, dalla dialettica che può evidenziarsi solo nelle decisioni concrete. I programmi, in effetti, hanno la funzione di stabilire una direzione da mantenere fedelmente, senza tuttavia perdere il contatto con i dati della realtà socio-economica.
Il più importante problema, in Italia (ma non solo) è posto oggi dalle relazioni fra la politica e l’economia. Il nostro paese, se per un verso ha bisogno di profonde liberalizzazioni – se con questo termine ci riferiamo alla necessità che la vita sociale si liberi finalmente dall’occupazione da parte di numerosi gruppi d’interesse e di potere –, per un altro non deve confondere la libertà che la politica deve garantire, per esserne a sua volta garantita, con lo strapotere dei gruppi finanziari. È attorno a questo tema che ruotano, in definitiva, tutti i punti che qui vengono presentati.

Filippo Pacchiega, Nicoletta Pannocchia, Ettore Perrella, Filippo Rizzato

Con il contributo di:

Maurizio Borsatto, Francesco Corso, Gaetano De Venuto, Marisa Galbussera, Angelo Mancini,  Ettore Perrella, Maria Piscitello, Filippo Rizzato, Renato Zender, Mattia Vallerin, Paolo Vallerin


Per una nuova politica di centrosinistra

venerdì 3 agosto 2012

Programma per una nuova politica di centrosinistra



Cari amici,
qui sotto trovate il Programma per una nuova politica di centrosinistra, che abbiamo elaborato a partire dalle proposte di:

Maurizio Borsatto
Francesco Corso
Gaetano De Venuto
Marisa Galbussera
Angelo Mancini
Ettore Perrella
Maria Piscitello
Paolo Vallarin

Il programma sarà discusso e approvato in un'apposita assemblea, che si svolgerà (in data e luogo da precisare) alla fine d'agosto. Nell'Assemblea parleremo anche della candidatura di Francesco Corso alle prossime politiche.

Eventuali proposte di modifica del programma dovranno essere comunicate all'indirizzo  ideecorsare@gmail.com almeno una settimana  prima dell'Assemblea, in modo che ciascun partecipante sia informato in precedenza.
Un caro saluto a tutti

Ettore Perrella

domenica 29 luglio 2012

Non facciamoci scippare il Parco dei Colli Euganei


Siamo sempre stati molto critici rispetto alle occasioni in cui il Parco Colli ha, secondo noi, tradito la sua "mission" di tutela e valorizzazione del territorio dei 15 comuni dei Colli Euganei, ma riteniamo che se passasse la proposta di legge presentata dalla Giunta Regionale il territorio degli Euganei sarebbe scippato di uno strumento di straordinaria potenzialità per uno sviluppo basato sulla valorizzazione delle inestimabili ricchezze paesaggistiche, naturalistiche, ambientali, storiche, monumentali e sui prodotti dell'agricoltura.
La proposta della Giunta Regionale è davvero un furto verso il territorio che verrebbe privato di qualsiasi vera e seria capacità decisionale oltre che ad essere pericolosa per la gestione dell'ambiente e molto poco credibile sotto l'aspetto economico.
Proviamo a spiegare perché:

1) I Sindaci dei 15 Comuni dei Colli non avranno più potere deliberativo in quanto il Consiglio del Parco verrebbe soppresso. Insomma non decideranno più niente. Faranno parte della Consulta, assieme alle associazioni di categoria, alle Pro Loco, alle Associazioni Ambientaliste. 

2) il Presidente sarà scelto non più dai Sindaci o loro delegati ma dal Presidente della giunta Regionale. Così pure il Direttivo del Parco. Anche il Comitato Tecnico-Scentifico verrà nominato da Venezia. Insomma il territorio sarà governato da persone di fiducia del Governatore Veneto e i Comuni non avranno più alcun peso nelle scelte degli organi che rappresentano il Parco Colli.

3) Oggi gli organi politici del Parco Colli costano complessivamente circa 10.000 euro annui. Dubitiamo fortemente che il Presidente e il Direttivo nominati dal Governatore veneto costino "solo" quella cifra. Soltanto i rimborsi spese dei nominati che dovranno gestire e rappresentare ben tre Parchi saranno ragguardevoli, per non parlare della loro remunerazione. C’è poi la questione del Direttore del Parco Colli che oggi è individuato in un funzionario dipendente del Parco che percepisce poco più del suo stipendio e che secondo la proposta di legge della Giunta tale funzione verrà svolta da un Dirigente regionale che costerà sicuramente molto, molto di più.

4) Le autorizzazioni ambientali attualmente vengono rilasciate entro 60 giorni dal Parco. Con la proposta regionale verranno affidate ai Comuni e quindi avremo 15 modi diversi di applicarle e verrà meno quindi la gestione unitaria del territorio del Parco. Inoltre i Comuni, soprattutto quelli piccoli, non hanno strutture adatte ad assorbire queste competenze, senza contare che comunque poi ci si dovrà in ogni caso rivolgere al Parco per ottenere un nulla osta di compatibilità naturalista che dovrà essere rilasciato sempre entro 60 giorni. Non si sa che fine faranno le competenze idrogeologiche e forestali oggi svolte dal Parco e quindi non è dato sapere a chi si dovranno rivolgere i cittadini per ottenere le relative autorizzazioni poiché la proposta di legge nulla dice in proposito.

5) l'operazione che più ci preoccupa e stupisce per la sua miopia culturale è il grossolano tentativo di separare nettamente quello che è inseparabile, vale a dire il concetto di natura da quello di territorio ed ambiente. Il Parco dei Colli Euganei è nato tenendo insieme le valenze naturalistiche, paesaggistiche, ambientali, storiche e monumentali. Cioè tenendo insieme tutte quelle ricchezze che fanno di questo territorio un ambiente unico. Proporre un Parco fatto solo dei cocuzzoli dei Colli è una operazione culturale pericolosa e soprattutto autolesionista.

In conclusione la proposta di legge della Giunta Regionale appare davvero come un tentativo di scippo nei confronti di un territorio che in questo momento ha bisogno invece, più che mai, di un Parco che riprenda a svolgere bene la "mission" di Parco e che recuperi le finalità della legge istitutiva del 1989, creando le condizioni  finalmente anche per produrre  ricchezza ed opportunità di crescita economica ed occupazionale. E’ nostra intenzione, in accordo con i consiglieri regionali del Partito democratico, contrastare questa proposta, in modo deciso, ma disponibili al confronto,  per  discutere nel merito e per  formulare delle controproposte. Non possiamo e non vogliamo rinunciare a svolgere fino in fondo il nostro ruolo di difensori di un patrimonio unico che è un bene di tutti.


Federico Ossari
Segretario Provinciale PD     

Francesco Corso
Segreteria PD con delega al Parco Colli Euganei

lunedì 2 luglio 2012

Programma partecipato


Cari amici,
vi inoltriamo uno schema di argomenti, al fine di raccogliere idee e contributi all'elaborazione condivisa del programma elettorale della nostra area, in previsione di una candidatura alle primarie per i parlamentari del Partito Democratico.

1. Nuove forme di partecipazione politica e democrazia interna dei partiti.

2. Prospettive ed idee di sviluppo per Padova e il suo territorio.

3. Dall'economia finanziaria all'economia reale: tutela dell'ambiente e nuovi fattori di crescita.

4. Diritti civili: coppie di fatto, ius soli, testamento biologico e nuove forme di genitorialità.

5. Il rilancio del welfare: sanità pubblica e sistema previdenziale.

6. L'urgenza formativa: il rapporto fra la scuola e il sistema produttivo.

Vi chiediamo d'inviarci i vostri contributi (massimo una cartella) al nuovo indirizzo mail :  ideecorsare@gmail.com
(entro il 21 luglio 2012). 
Seguirà un incontro aperto a tutti per la definizione finale della nostra proposta.

Filippo Pacchiega
Nicoletta Pannocchia
Ettore Perrella
Filippo Rizzato

martedì 26 giugno 2012

Le primarie: Come si può iniziare a realizzare un effettivo rinnovamento della politica in Italia


Le elezioni primarie sono uno strumento essenziale di partecipazione della cittadinanza alla strutturazione interna dei partiti, e quindi alla vita politica complessiva del paese.
Tuttavia questo strumento, per essere effettivo e realmente efficace, non può limitarsi a dare ai partiti una “facciata democratica”, buona solo per i giornali e gli altri media, ma deve corrispondere ai loro effettivi criteri organizzativi interni.

1. Le primarie devono essere aperte: sia per quanto riguarda i candidati, sia per la partecipazione al voto. Devono quindi essere escluse tutte le forme di discriminazione preliminare o di preiscrizione, che ridurrebbero questo strumento di democrazia ad un sistema di propaganda.
2. La libertà di accesso alle primarie naturalmente non esclude che la partecipazione ad esse non sia pubblica a tutti gli effetti, in quanto comporta un’assunzione di responsabilità diretta da parte dei partecipanti.
3. L’ammissione delle candidature deve fondarsi sul rifiuto di ogni discriminazione, di genere, culturale, sociale ecc.; occorre invece favorire la presenza fra i candidati non solo di donne, ma anche di rappresentanti delle minoranze e dei territori.
4. È necessario, in questa prospettiva, superare il prevalere, nella rappresentanza politica interna al Partito, dei capoluoghi sul territorio.
5. L’uso dello strumento delle primarie non deve limitarsi a poche cariche, come nella designazione di un leader di coalizione o del Segretario del Partito, ma deve estendersi a tutte le elezioni, europee, nazionali, regionali e comunali.
6. I partiti dovranno subordinare le deleghe presso gli enti pubblici o partecipati sia alla valutazione delle competenze, sulla base di curriculum accessibili a tutti, sia ad un orientamento politico chiaro.
7. Finché non verrà ridata agli elettori la possibilità di scegliere un candidato nelle liste elettorali per il Parlamento ed il Senato, basterebbe che queste corrispondessero alle preferenze delle primarie per evitare in buona parte gli effetti della legge porcellum.
8. Le elezioni primarie – soprattutto se estese a tutte le votazioni – comportano l’avvio d’una ricalibratura della delega, in quanto sottolineano il primato della società sui partiti politici.
9. Soprattutto in un momento difficile come quello attuale, i partiti, se vogliono riguadagnare la fiducia degli elettori, devono ampliare ed incentivare le proprie relazioni con la società civile e con tutte le sue componenti, sia economiche, sia politiche, sia culturali, anche collaborando attivamente con le libere associazioni e con i movimenti politici non partitici.
10. Questo non comporta una concessione da parte dei partiti alla società civile, ma, proprio al contrario, che essi si riconoscano come una sua componente essenziale, smettendo di considerarsi abusivamente come una parte dello Stato. Realizzare una loro effettiva democratizzazione significa realizzare con maggiore efficacia anche la democrazia parlamentare.
11. Una componente essenziale della sfiducia sempre più diffusa fra i cittadini nei confronti dei politici dipende dai metodi di finanziamento dei partiti. Il loro finanziamento pubblico – che del resto in Italia era stato rifiutato da un referendum – ha incentivato una grave distorsione della democrazia, facilitando il malcostume e l’adozione di comportamenti illegali anche al loro interno. Il finanziamento dei partiti deve quindi tornare alla società, prevedendo la detraibilità fiscale dei contributi economici liberi (eventualmente entro limiti determinati), oltre che la loro assoluta trasparenza pubblica. Nel contempo, anche la gestione economica interna dei Partiti deve diventare pubblica e pubblicamente controllabile, venendo sottoposta ad organismi terzi di revisione, come la Corte dei Conti.
12. È inoltre necessario dare un limite alla rieleggibilità in tutte le cariche politiche ed amministrative, istituendo (e facendo rispettare senza eccezioni) un limite a tre mandati parlamentari, ed accompagnando questa nuova regolamentazione con il divieto di riproporre come candidati almeno un terzo degli eletti (soprattutto nei primi anni d’applicazione). Questo non solo consentirebbe di rinnovare i quadri politici italiani, spesso legati a concezioni politico-economiche del tutto superate, ma contribuirebbe in maniera decisiva a rendere i Partiti dei rappresentanti effettivi della società civile.
13. Devono infine venire a cadere gli assurdi privilegi economici e previdenziali che contraddistinguono da troppo tempo la classe politica italiana.



sabato 19 maggio 2012

Lettera aperta sul revamping


La sentenza del TAR ci soddisfa per due motivi.

Il primo perchè è stato bloccato un progetto sbagliato per il nostro territorio e questo ci da ragione su tante questioni poste da tempo e non ultimo sulla dignità che abbiamo come amministratori eletti dai nostri cittadini di tutelare il nostro ambiente e il nostro paesaggio (non era facile farlo dopo la sentenza del Consiglio di Stato). 
Inoltre la sentenza evidenzia come il Parco abbia dato ascolto solo alle richieste avanzate da una parte abdicando ad un ruolo rappresentativo di tutto il territorio ed non abbia affrontato la questione cementifici insistenti all'interno del perimetro del Parco Colli in termini complessivi, in un "Progetto Unitario" che riguardi tutti e tre i cementifici e non a spicchi, ovvero per singolo stabilimento, come invece si è proceduto per il revamping. 
E' singolare che siano i giudici a ricordarci l'esistenza degli articoli del Piano Ambientale che impongono questo approccio. 
Ora al Parco va chiesto proprio questo: dare forza ad un percorso che tratti unitariamente la questione dei cementifici in quanto attività incompatibili con il Parco stesso.
In questo senso va sostenuto fortemente il tavolo sui cementifici promosso dalla nuova amministrazione del Parco Colli. Sostenuto ed incoraggiato. 
 
Il secondo perchè questa sentenza ci dà il tempo per arrivare con proposte economiche-occupazionali coerenti con le finalità della legge istitutiva del Parco Colli. 
Questo è un compito che spetta alla politica. 
Avevamo chiesto a Provincia e Regione un tavolo in cui ci si confrontasse sul destino economico della nostra area, sulle scelte strategiche per  l'occupazione ed il futuro del nostro territorio, ed in base a scelte condivise si agisse di conseguenza. 
Avevamo chiesto di ricercare le alternative occupazionali. 
Invece le nostre richieste sono rimaste inascoltate: il Sindaco della città in cui insiste lo stabilimento dell'Italcementi non si è mai confrontato con il territorio circostante; la politica che conosciamo si è guardata bene dall'ascoltare i timori e le rimostranze che venivano dalle nostre comunità e non ha saputo suggerire e prefigurare un percorso per condividere quale prospettiva economica e sociale proporre per la nostra area. 
Solo Margherita Miotto si è fatta interprete delle istanze e delle preoccupazioni che provenivano dalle nostre comunità. 
Un pò poco per una politica che a parole vuole riannodare i legami con la popolazione, un pò poco per una politica che dovrebbe per lo meno favorire il confronto e la ricerca di soluzioni condivise, che dovrebbe dimostrare progettualità. 
Sono questi comportamenti "poco politici" che portano disaffezione verso la politica.
Ora c'è finalmente spazio per la buona politica. 
Gli amministratori, i partiti, gli esponenti politici (onorevoli, consiglieri regionali, ecc.), gli amministratori del Parco Colli, le associazioni devono mettersi da subito al lavoro e sostenere concretamente l'azione di Baone ed Este con una proposta che porti occupazione. 
La politica ha la possibilità di prendersi uno spazio che le appartiene: progettare lo sviluppo economico coerente con la vocazione turistica di questo nostro meraviglioso territorio. 
Dobbiamo coniugare la difesa dell'ambiente e della salute con la difesa del posto di lavoro arrivando al Consiglio di Stato (se ancora si vorrà arrivarci!) non solo difendendo stenuamente una sentenza che ci soddisfa pienamente ma anche con una proposta occupazionale che solo la buona politica può dare.

Francesco Corso Sindaco di Baone                                                                                                                                                       

Giancarlo Piva Sindaco di Este
                                                                                                                                                      

mercoledì 9 maggio 2012

il TAR accoglie le motivazioni dei comuni e blocca il revamping

Il TAR ha confermato con motivazioni più ampie rispetto alla sentenza precedentemente resa sul ricorso dei Comitati la non compatibilità dell’intervento con le norme del piano ambientale,  anche alla luce della pronuncia del Consiglio di Stato n. 1185/2012 (relativa all'appello proposto da Italcementi). 
In particolare il TAR insiste poi con particolare rilievo sulla illegittimità dell’autorizzazione paesaggistica rilasciata dal Parco dei Colli Euganei, ritenendo che i vizi procedimentali e motivazionali rilevati siano tali da giustificare la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica, al fine di valutare l’eventuale sussistenza di fatti penalmente rilevanti.

giovedì 22 marzo 2012

NON MODIFICARE L'ART.119 COST. IN MANCANZA DI UN GOVERNO EUROPEO DEMOCRATICAMENTE ELETTO DAI PROPRI CITTADINI


Le modifiche degli articoli 81 e 119 della Costituzione, che stanno per essere approvate dal Parlamento Italiano, pongono delle limitazioni non trascurabili alla sovranità  del nostro Paese.



Subordinare l’autonomia economica di Comuni, Province e Regioni all’”osservanza dei vincoli economici e finanziari derivanti dall’ordinamento dell’Unione Europea” rischia di limitare la crescita economica. In particolare si ritiene che far dipendere le possibilità di spesa dei singoli Comuni dagli equilibri di bilancio regionali, penalizzi i Comuni virtuosi ostacolandone gli investimenti per il territorio ( “… a condizione che per il complesso degli enti di ciascuna Regione sia rispettato l’equilibrio di bilancio…” art.119, comma 6).



E’ vero che la nostra Costituzione ha consentito fin dal primo momento la possibilità  di una  limitazione della sovranità  italiana per effetto della collaborazione con gli altri Pesi europei. Ma è vero pure che questa collaborazione era intesa allora, “nello spirito di Ventotene“, per favorire la creazione di una federazione fra gli Stati europei. Allo stato attuale, però, il Parlamento Europeo non è ancora dotato di nessuno strumento esecutivo.



E’ sconcertante vengano accettate dal nostro Parlamento modifiche così sostanziali della nostra Costituzione in mancanza di una struttura realmente federale dell’UE. Queste modifiche, in effetti, potrebbero essere fatte se, e solo se, si trattasse di cedere sovranità  ad una federazione sovrana, e quindi derivassero direttamente dalla volontà dei cittadini degli stati membri, attraverso delle scelte elettorali.



Ed è anche inaccettabile che queste modifiche costituzionali vengano approvate facendone passare in sordina il significato e gli effetti che rischiano di produrre.
Inoltre scelte così importanti per il nostro Paese dovrebbero essere preventivamente discusse ad ogni livello territoriale del nostro Partito.
Chiediamo quindi che i Parlamentari italiani del PD, in mancanza di un Governo europeo democraticamente eletto dai propri cittadini, rifiutino l’approvazione di queste modifiche.

PD NUOVO PERCORSO

Nilo ANDRETTA
Paolo CONCONI
Andrea DREZZADORE
Nicoletta PANNOCCHIA
Ettore PERRELLA
Filippo RIZZATO
Francesco CORSO 

lunedì 5 marzo 2012

L'articolo 81 della Costituzione non dev'essere modificato



Lettera aperta di Pd Nuovo Percorso a Margherita Miotto, Alessandro Naccarato, Paolo Giaretta, e a tutti i Parlamentari del PD


Domani in Parlamento si vota per la modifica dell'articolo 81 della Costituzione. La modifica andrà anche ad introdurre l'obbligo del pareggio di bilancio.

Il governo “tecnico” presieduto da Mario Monti si è reso necessario perché i partiti italiani non sono stati in grado di prevedere e di affrontare la grave crisi economico-finanziaria attuale. Già oggi i partiti italiani si stanno preparando ad affrontare le elezioni del 2013 su una base “aggiornata” alla situazione socio-economica attuale, sempre più incerta, ma senza tenere conto del fatto che la maggioranza della società civile non si sente più rappresentata dalle loro posizioni.

I nostri Parlamentari devono riappropriarsi del loro ruolo politico, e non delegarlo ai burocrati sostenuti dalla finanza internazionale, perché solo così si potrà cercare di perseguire un sistema socio-economico teso al benessere comune dei cittadini italiani ed europei.

La nostra classe dirigente non può continuare a seguire i diktat del capitalismo finanziario, ma deve ricordarsi del fatto che, nella situazione attuale, finché l'Unione Europea non si doterà di effettivi strumenti di governo economico e politico comune, la sovranità politica è ancora solo quella degli Stati nazionali.

Per portare realmente a compimento il progetto politico europeo, occorre elaborare un nuovo welfare, con il quale i benefici derivanti del mercato economico possano venire ridistribuiti in modo equo alla maggioranza della popolazione del nostro continente, e non continuare ad essere concentrati nelle mani di quella minoranza che oggi – dopo vent'anni di una politica economica dissennata – controlla la maggior parte della ricchezza, in Europa come nel resto del pianeta.

Chiediamo ai Partiti – in particolare alla Direzione del PD ed ai Parlamentari che ne fanno parte, a cominciare da quelli padovani – di aprirsi ad un reale dialogo democratico con i loro elettori e con la base dei tesserati, abbandonando la gestione verticistica e creando un’effettiva democrazia interna alla vita dei Partiti.
Un segnale forte in questa direzione oggi può essere votare contro la modifica dell’articolo 81 della Costituzione. Gli elettori, che hanno sostenuto per anni la politica dei Partiti italiani, chiedono ai Parlamentari di dare una risposta chiara a questa richiesta.

Votare a favore del pareggio di bilancio vorrebbe dire sancire il predominio dei poteri finanziari e delle logiche neo-liberiste sulla politica. In questo modo si favorirebbero le speculazioni finanziarie, andando contro gli interessi dei cittadini. Infatti questa decisione sancirebbe un'ulteriore diminuzione del potere sovrano degli Stati (dell’Italia), per di più senza che questo produca nessun aumento della sovranità dell’Unione Europea.

Sia il PD, sia gli altri Partiti, devono dare oggi una risposta nuova alle esigenze dei cittadini, tenendo finalmente conto della società che rappresentano. Se questo non accadesse, tutti i Partiti, e gli uomini politici che li dirigono, si dimostrerebbero incapaci di risolvere la recessione non solo economica, ma anche politica e civile, che oggi colpisce il nostro paese. E dei Partiti che non fossero in grado di tenere conto delle esigenze sempre più urgenti della popolazione confermerebbero i pregiudizi dell’antipolitica, sancendo di fatto l’inutilità dei Partiti ed il fallimento di chi li dirige.


PD NUOVO PERCORSO


ETTORE PERRELLA
FILIPPO RIZZATO

giovedì 1 marzo 2012

sabato 25 febbraio 2012

CRISI ECONOMICA, PARTITI E SOLUZIONI POLITICHE

Pubblichiamo il documento realizzato dal  gruppo di lavoro "economia".





I. Da che cosa dipende l’attuale crisi economica?


1. Il denaro è una promessa di valore (ha quindi un valore potenziale, che diviene reale solo acquistando un bene), è inoltre anche una misura del valore (funzione numeraria), un mezzo di scambio ed una riserva del valore. L’attuale crisi globale – a differenza delle crisi periodiche che hanno sempre caratterizzato il capitalismo – nasce dal fatto che, negli anni Settanta, le banche ed altri istituti finanziari, a seguito delle riforme legislative tese alla liberalizzazione della finanza, hanno di fatto iniziato ad emettere moneta, semplicemente concedendo una grande quantità di prestiti quasi totalmente in leva, vale a dire quasi senza nessuna garanzia.


2. Il capitalismo industriale differisce dal capitalismo finanziario sostanzialmente per le modalità con le quali il capitale è accumulato. Il primo applica la formula tradizionale Denaro–Merce–Denaro: una data quantità di denaro è investita nella produzione di merci la cui vendita è tesa a ricavare una quantità di denaro superiore rispetto al capitale investito (la differenza è il profitto). Per contro il capitalismo finanziario è teso alla sola accumulazione di capitale: si cerca quindi di far fruttare il denaro con la sola rendita. Nel capitalismo finanziario non sono le banche a prestare il denaro ai clienti bensì, paradossalmente, sono i clienti a prestare denaro alle banche. Il credito non viene finanziato dai depositi: sono piuttosto i depositi ad aver origine nel credito. In conclusione, è quindi il credito a creare il denaro.


3. Secondo le teorie neo-liberiste, la libertà della circolazione dei capitali avrebbe dovuto assicurare un maggior benessere per tutti. In trent’anni è però avvenuto il contrario: il capitale dei ricchi ha continuato ad aumentare in misura esponenziale, mentre la diffusione del benessere si è ridotta in modo radicale. Si è prodotto un arricchimento in parte virtuale – ad opera delle bolle finanziarie –, ed in parte reale, proveniente dalle ricadute effettive di ricchezza che la finanza virtuale ha estratto dall’economia reale, sottraendo questa ricchezza alla classe media, con lo sfruttamento della natura e del lavoro e con la riduzione del Welfare. Mentre si diceva di voler evitare la svalutazione, essa veniva invece prodotta “al contrario”, riducendo la ricchezza della classe media.


4. Prima dell’euro, ogni singolo Stato dell’eurozona garantiva il valore della moneta, nell’esercizio della propria sovranità. Oggi, invece, manca una Banca centrale rappresentativa delle molteplici sovranità statuali. È quindi di prioritaria importanza che l’Unione Europea trovi strumenti adeguati per incentivare l’economia reale ed impedire che continuino a prodursi quei meccanismi finanziari che, negli ultimi mesi, hanno speculato al ribasso sull’economia di alcuni Paesi europei, come la Grecia, l’Italia, la Spagna, il Portogallo ecc. Questo si potrebbe ottenere facilmente separando le banche destinate a finanziarie l’economia reale, che dovrebbero continuare ad essere garantite dagli Stati, dagli istituti finanziari, che potrebbero continuare a “giocare” con gl’investimenti, ma a proprio rischio e pericolo.


5. In una prospettiva politica, la globalizzazione ha comportato una riduzione del potere decisionale e della sovranità degli Stati. Questa riduzione ha favorito gli interessi del capitalismo finanziario e il peggioramento della condizione economica della classe media. La sovranità perduta dagli Stati viene però indebitamente occupata dalla finanza. Per poter controllare realmente l’economia del nostro continente, l’Unione europea si deve strutturare in senso federale, dotandosi dei necessari strumenti politici di progettazione, di controllo e di gestione. La Bce, in questo modo, potrebbe iniziare a difendere l’euro, come fanno tutte le banche dei paesi sovrani.


6. L’economia capitalista richiede a tutti di partecipare ad una società che impone di rinunciare a qualcosa per ottenere in cambio altri benefici in nome d’una sicurezza che oggi diventa sempre più incerta. È quindi necessario trovare un nuovo patto sociale fra le esigenze del capitale e quelle della classe media ed estendere questi meccanismi alla maggioranza della popolazione del pianeta. È questa esigenza, oggi, a differenza di quanto accadeva ancora fra il primo dopoguerra e gli anni
Settanta, a rendere particolarmente complessa la realizzazione di questo progetto, dal momento che una crescita economica estesa all’intero pianeta comporterebbe in breve tempo l’esaurimento delle risorse e produrrebbe effetti disastrosi per la vita stessa (aumento della temperatura, distruzione delle foreste ecc.).


7. Il potere finanziario è un organismo parassita dell’economia materiale perché non produce le risorse di cui pure si nutre, ma le trae da un organismo ospite, cioè il sistema-mondo, generalmente sotto forma d’interesse su debiti finanziari. L’altro grande parassita del sistema-mondo è la criminalità organizzata. Vi è un ponte naturale fra la grande finanza e la grande criminalità organizzata: il sistema bancario globale. Di fatto nessun traffico illecito potrebbe operare senza la connivenza del sistema bancario globale.


8. La teoria della decrescita, come l’insistenza sui beni comuni e l’economia della felicità, non comportano affatto un peggioramento, ma un miglioramento della qualità della vita. L’obiettivo che esse si prefiggono è una società nella quale vivere meglio lavorando (e consumando) meno, quindi riducendo le esigenze, ma anche gli sprechi. Per avviare un circolo virtuoso dell’economia occorre valutarla fondandosi su strumenti meno astratti del PIL, incentivando le produzioni non distruttive e rilanciando la distribuzione locale della produzione (riterritorializzando l’economia).


9. È auspicabile che l’indignazione generalizzata diffusa a livello globale si articoli in Italia in un nuovo progetto politico, ad opera di una classe dirigente – e non dominante – realmente rappresentativa delle esigenze della popolazione (e non di quelle della finanza).


10. È inoltre necessario liberare il Paese dai soffocanti interessi corporativi che dilagano ad ogni livello e in ogni settore. È molto difficile che le liberalizzazioni proposte dal Governo Monti siano sufficienti ad aumentare la produzione in assenza di una contestuale “deliberalizzazione”, vale a dire di una limitazione dei poteri della finanza internazionale. Tuttavia, per fare ciò è indispensabile una stretta cooperazione internazionale, perché nessuno Stato nazionale è oggi in grado di agire in tal senso in modo autonomo.



lunedì 6 febbraio 2012

COMUNICATO STAMPA


Le ultimissime vicende Lusi e Brentan, dopo quella di Penati e Co. dimostrano come la "questione morale" sia anche un affare interno al PD, ”, oltreché a tutto il sistema dei partiti italiani.
Le orgogliose affermazioni di estraneità del PD a corruzione e malversazione suonano oggi a cittadini ed iscritti come un'ennesima beffa. 
È evidente a tutti che "alcune mele marce" hanno potuto fare i propri interessi all'ombra del partito in assenza di qualsiasi forma di controllo e/o di trasparenza dei contributi elettorali. 
La stessa esistenza, al solo fine di ricevere finanziamenti, di due partiti morti (DS e Margherita) rappresenta una vera e propria truffa, anche se legalizzata. 
Chi ha preso decisioni in merito deve dimettersi. 
Non solo. 
La gestione economica del passaggio da Ds e Margherita al Pd deve essere chiarita a tutti i livelli, nazionale e locale, a tutti gli iscritti nella massima trasparenza.
Il principio secondo cui chi riveste ruoli dirigenziali e di rappresentanza si senta giustificato per il solo fatto di non sapere, o di non essere stato informato, non può più vigere; il Pd è nato sotto il principio di responsabilità (accountability, diceva il primo segretario del partito) e di responsabilità oggettiva.
Nessuno può dire “io non c’ero o se c’ero dormivo”.
È interesse di tutto il PD Veneto che la magistratura accerti tutte le responsabilità di Brentan e di chi ha gestito mazzette e finanziamenti illeciti, al punto che ci aspettiamo che dentro il partito non ci siano forme di omertosa solidarietà con i colpevoli, ma anzi ne vengano contributi al lavoro della magistratura.
Soprattutto in questo momento di difficoltà, in cui il paese è chiamato al sacrificio e al rigore, è necessario che il Pd dia un segno inequivocabile della parte dalla quale vuole stare.
Ne risulta che è anche necessario che chi doveva controllare sui finanziamenti elettorali si dimetta. 
E ancora: il Pd si deve dotare di una Carta pubblica in cui tutti coloro che occupano cariche in enti vari per conto del PD dichiarino le proprie posizioni, le retribuzioni, le consulenze, i titoli ad occupare l'incarico, il che è almeno in parte quello che per legge è d’obbligo per tutti i dirigenti e i funzionari che rivestono incarichi di indirizzo politico e amministrativo (D.Lgs 150/2009).
Su questi obiettivi ci impegneremo a tutti i livelli del PD perché nessuno, la prossima volta, possa affermare "io non sapevo...".

PD Nuovo Percorso