Dopo un anno e mezzo dal congresso PD del luglio 2010 ci
ritroviamo a svolgere una riflessione su quanto fatto ma soprattutto sulla
prospettiva che abbiamo di fronte.
L’attività svolta è stata notevole anche se molto spesso
sotto traccia. Oltre ai convegni di Boara, di Conselve e le numerose iniziative
svolte nell’espletamento delle deleghe ricevute (sanità, sociale, Parco Colli) dobbiamo
ricordare le numerose prese di posizione interne al PD provinciale
( revamping Italcementi – nomine – vicende di Montagnana –
Festa Provinciale – Primarie) alcune di queste coronate dal successo delle
nostre posizioni (Revamping e nomine) e le numerosissime iniziative che su
nostro imput siamo riusciti ad organizzare nei vari circoli ed ad alcune feste
democratiche davvero innovative ed interessanti. Una attività molto ricca anche se confinata
su zone di influenza.
Una attività, la nostra, compressa tra la necessità di
essere presenti nel tentativo di rappresentare quella parte non omologata che
crede ancora nella possibilità di cambiare il nostro Partito, un Partito
governato, ad di fuori degli organi statutari (segreteria, esecutivo,
direzione, assemblea), e l’indubbia difficoltà di stare in questo Partito
sempre incerto e contraddittorio sulle scelte da farsi, poco entusiasmante ed
ancora dominato dalle vecchie appartenenze (Ds e Margherita), ultimamente
percorso da fremiti “neo-centristi”.
La poca appetibilità di questo PD è dimostrato dalla perdita
di iscritti. Perdita che ci tocca da vicino poiché i più sensibili alla
politica e ai valori del PD sono i nostri sostenitori (Arzergrande,
Camposanpiero, Montagnana, Este, ecc.).
La perdita di iscritti sembra essere sottovaluta
dall’attuale dirigenza del ns partito, giustificata e persino contrapposta
all’aumento delle Feste Democratiche. Insomma i nostri segretari si consolano
della perdita di migliaia di iscritti con l’aumento delle Feste!!. Ci sembra
una ulteriore dimostrazione di miopia e di lontananza dal mondo reale che sta
fuori dalla sede di Via Beato Pellegrino. In qualche caso ci è parso che la
perdita di iscritti, soprattutto se non intruppati, non sia fonte di
particolari dispiaceri, ma anzi sia vista con piacere.